domenica 9 gennaio 2011

La cultura è vita come l'acqua e come l'aria



Ero con dei ragazzi. Ho detto, tra una frase e un'altra, "...il caffè di Pisciotta". Sguardi interrogativi. Allora ho proseguito: "...sì, come il caffè al cianuro che prese Sindona...". Mutismo e facce impassibili. Dato che nessuno di recente è stato assassinato in carcere con un caffè e sia Provenzano che Riina godono di ottima salute non ho trovato altri esempi. La televisione trasmetteva negli anni '60 "I fratelli Karamazov" di Dostoevskij in prima serata, oggi è stato sostituito da "Il Grande Fratello" e dai "Cesaroni". Masi, il direttore della RAI, sopravvissuto ad Anno Zero, sarebbe licenziato in tronco se proponesse un romanzo di Gogol' o di Cecov in un orario di massimo ascolto.
L'ignoranza sul passato, da cui deriva il nostro presente e tutto quello che siamo, regna incontrastata. La nuova conoscenza è limitata nel tempo e nell'approfondimento. Un fatto, anche importante, oggi c'è, domani è dissolto, figlio del Nulla, realtà Usa e Getta. Il vocabolario della lingua italiana si è ristretto, si usano non più di mille parole e, quando è possibile, si accorciano i termini per comunicare più velocemente imitando Twitter e Feisbùk. Il prossimo passo sarà il linguaggio dei gesti.
La conoscenza e il linguaggio sono sempre meno condivisi tra le persone. Esistono ormai molte isole sociali separate l'una dall'altra e il fiume che le divide prende più forza nel tempo. Il risultato è l'esondazione nella vita quotidiana delle "conversazioni da bar". Una ipersemplificazione che tocca ogni cosa. La banalizza e la rende allo stesso tempo comprensibile, merce di facile scambio, anche se completamente oscura, priva di senso . Un territorio franco in cui si può socializzare, dire tutto senza dire nulla. Una torre di Babele all'incontrario, in cui si parla la stessa lingua per non comunicare, che ha occupato le televisioni, i giornali e i salotti delle nostre case. I demenziali talk show sono i programmi più seguiti perché si "capiscono". A pranzo, la domenica, con i parenti e gli amici, il conformismo dell'ignoranza condivisa è un tabù che non si può violare. Chi approfondisce tra un maccherone e un'insalata è un diverso e un rompicoglioni che non sa stare a tavola.
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Tremorti nasconde i soldi pubblici e dice che con la cultura non si mangia, però con la cultura almeno si digiuna in pace e allegria!
Noi primati nasciamo un po' incompleti e indifesi, abbiamo meno risorse istintive degli altri animali, dobbiamo imparare a vivere dagli adulti che ci forniscono .... quello che hanno, ma se anche loro hanno avuto poco nutrimento possono fornirne meno ai piccoli e la capacità evolutiva della specie diminuisce.
La cultura è vita come l'acqua e come l'aria, i bambini hanno diritto di respirarla e i genitori di poterla tramandare.
Ma i genitori sono prigionieri (spesso volentieri) del ritmo massacrante della sopravvivenza consumistica, hanno da dare ogni giorno di meno nel loro compito.
La cultura è un circolo virtuoso, più sai più vorresti imparare, e per sovrabbondanza, alla fine si finisce per donare il sovrappiù. Questo è il vero plusvalore che l'umanità potrebbe perseguire: ne avremmo in cambio più intelligenza e quindi corretta informazione e dunque migliore salute, più empatia e quindi meno violenza e più sensibilità creativa ed artistica.
In Italia saremmo anche avvantaggiati dall'avere metà del patrimonio artistico e culturale che c'è in tutto il pianeta!
Ma abbiamo tanti piccoli monopolisti, stregoni e capitalisti succhiasangue che non si rassegnerebbero mai a lasciare libere le persone di vivere in armonia con la natura e fra di loro perché guadagnano ogni minuto sulla nostra messa in schiavitù che si fonda su due pilastri a cui nessuno vuole rinunciare: la Proprietà e lo Stato.
Siamo noi che possiamo scegliere di cambiare casa e di trasferirci finalmente nel regno dell'Utopia e del Buon Senso favorendone una buona volta il matrimonio!
Ognuno ha da sempre scritto nel dna questa semplice verità: nasciamo nudi e uguali e contemporaneamente tutti differenti e originali.
Uguali nella possibilità di essere diversi.
Prendiamo latte e parole, concepiamo i figli in occasione dei gesti d'amore, questo spiega chi siamo veramente e quello a cui rinunciamo.
Molti amorevoli genitori si preoccupano di pagare polizze e titoli al portatore per aiutare i propri “eredi”, ma se non li muniscono di cultura sufficiente faranno del male a loro, a se stessi e al genere umano tutto.
Per molti secoli ci siamo illusi che un miglioramento nel livello culturale ci sarebbe stato sempre inesorabilmente.
Purtroppo però in questa epoca degenerata vediamo che si può vivere comprando tutto: l’amore, la polizia, i giudici, la libertà, i reni e i fegati, i bambini, le donne, le ore di lavoro, la fedeltà, i voti, le poesie e la morte.
Che bisogno c’è di essere una persona colta e perbene?
Basta pagare un giornalista che lo scriva e che accusi chi non lo fa di essere un nemico politico e il gioco è fatto!
Ma è un gioco per perdere e per perdersi, un brutto circolo vizioso però finché qualcuno riuscirà ancora a comporre una semplice poesia da insegnare ad un bambino c'è la speranza che si può cambiare!
gc