Alle sensate considerazioni di molti commentatori che
mostrano inequivocabilmente le fondate ragioni della resistenza della Val di
Susa e dei suoi abitanti, aggiungerei che il notav mette fortemente in luce un
nodo centrale della democrazia reale oggi al centro di una riflessione radicale
di enorme portata storica. (Indico bibliograficamente in proposito gli ormai
datati lavori di Lefort sulla democrazia selvaggia e i più recenti di Abensour
sulla democrazia insorgente che personalmente ho molto apprezzato nella
revisione della mia Lettera aperta ai sopravvissuti, pubblicata in una prima
versione spontanea da Nautilus nel 2007 e che oggi ho totalmente riscritto e
tradotto anche in francese, dopo la malaugurata constatazione della sua cresciuta
attualità).
Contrariamente ai luoghi comuni diffusi ad arte dai
decisionisti embedded, una democrazia reale può risalire dal locale al
regionale, al nazionale e oltre, per esempio fino all'Europa (quella che non
esiste ancora e non la caricatura antidemocratica che sta bildenberghizzando la
Grecia in attesa di passare ai paesi limitrofi) mentre il percorso contrario
non può essere che dispotico.
Nelle decisioni locali i primi e prioritari interlocutori
devono evidentemente essere gli abitanti dei luoghi in questione.
Certo gli egoismi particolari vanno superati, ma con il
dialogo e non con i diktat. La critica sprezzante e caricaturale del NIMBY in
nome dell'interesse generale fa parte della perversa manipolazione funzionale
al meccanismo lobbistico che gestisce la politica separata dai cittadini.
Gli Stati e il Mercato sono ormai i due poli di un
totalitarismo economicista che fa dei cittadini sovrani dei componenti di tribù
da rinchiudere nelle riserve per fare passare il treno del progresso
economicistico. Si può star certi che trasporterà le coperte al vaiolo per
eliminare gli inutili e i fastidiosi che intralciano il processo di
valorizzazione finanziario.
Bisogna riprendere la critica dell'economia politica
ormai messa nel dimenticatoio e sostituita nello spettacolo dalla propaganda
economicista di destra e di sinistra.
Il tema della democrazia diretta - che non esclude la
delega, ovviamente necessaria quando il numero supera la dimensione locale -
prevede meccanismi di revocabilità immediata che impediscono privilegi e
potere. Essa non è una forma diversa di democrazia, ma l'ipotesi radicale di un
cambio di paradigma nell'organizzazione sociale planetaria ancora più vasto del
passaggio dall'ancien régime alla repubblica borghese.
Bisogna cominciare storicamente a descriverlo per
assumerlo prima che il capitalismo azzeri definitivamente l'uomo e la sua
potenziale società umana.
Sergio Ghirardi