Sono torinese e ho passato molte vacanze, fin
dall’infanzia, in val di Susa. Ricordo bene la valle stuprata quotidianamente
da centinaia di Tir nelle viuzze dei suoi paesini, attraversati dalle due
uniche strade statali che collegavano Torino alla Francia prima che fosse
costruita la A32
Torino-Bardonecchia. Ricordo anche le proteste dei valligiani contro
quest’autostrada, le sue gallerie e i suoi viadotti. E non sono un no-Tav.
Non che sia uno sfegatato a favore dell’opera, no. Semplicemente
non lo so. Mi sembra di non avere gli elementi necessari per
schierarmi: nessuno degli argomenti che ho letto e sentito finora mi pare far
pesare la bilancia decisamente da una parte; anzi, mi pare che moltissimi degli
argomenti siano proposti in maniera poco chiara, poco convincente, creando una
nebbia confusa in cui l’unica maniera per schierarsi è quella dell’atto di
fede, del partito preso.
Lodevole il forum del Fatto che cerca di mettere accanto
illustri sostenitori e oppositori con i loro argomenti. Ancora più lodevole il
tentativo, per ora solo abbozzato, di aprire il dibattito
al lato francese. Dopotutto questa è un’opera che collega due Paesi e ho sempre trovato
assurdo che si facesse una tale caciara da un lato delle Alpi senza alcun
contatto con quello che succede dall’altra parte.
Non voglio farla lunga, anche perché so di essere in
minoranza e da quello che ho letto (anche in queste pagine) la maggioranza
no-Tav è decisamente agguerrita. Mi limiterò a un’osservazione: con tutto il
rispetto per i valligiani della Valsusa che genuinamente temono l’impatto della
Tav e con tutto il rispetto per chi in tutta Italia si è fatto paladino della
loro causa, mi sembra che l’attenzione (mediatica e non solo) prestata a
quest’opera sia sproporzionata.
Ammettiamo pure che i no-Tav abbiano ragione, e che sia
un’opera inutile e costosa. Quale impatto avrebbe sul sistema Italia di questo
possibile spreco rispetto ai suoi mali cronici come corruzione, clientelismo ed
evasione fiscale? E come mai non spuntano come funghi comitati
no-corruzione a bloccare autostrade manifestando per un Paese più
civile, più pulito, più onesto – più normale?
Ben venga il dibattito sulla Tav, possibilmente
approfondito e serio, come mi pare che il Fatto provi a fare. Ma non
tolga visibilità ad altri problemi più gravi, più endemici, e mi pare
indiscutibilmente prioritari.
Disclaimer: Come riportato nella bio, il contenuto di questo e degli
altri articoli del mio blog è frutto di opinioni personali e non impegna in
alcun modo la Commissione
europea.
Commento di Sergio Ghirardi:
Mi stropiccio gli occhi. Quindi, con la stessa logica, l'impatto,
anche se dannoso sull'ecosistema e sulla vita quotidiana degli abitanti, non è
niente di fronte all'esplosione di una centrale atomica. Si può dunque
sostenere il Tav alla faccia dei valsusini senza aver saputo capire se serve o
no perché in Italia c'è la corruzione e fortunatamente anche peggio. Poi,
magari sosteniamo pure il nucleare perché se no le centrali a carbone producono
CO2 e noi siamo ecologisti a corrente alternata (è il caso di dirlo).
Chi ammette di non aver capito dovrebbe avere il buon
senso di non prendere posizione dicendosi sopra le parti. C'è un limite alla
presa in giro da parte dei farisei. Con una tale soglia di tolleranza perversa
si accetta e soprattutto si fa accettare tutto ai poveri cittadini sovrani soltanto
della loro comparsata pseudo democratica.
I burocrati del liberalismo assomigliano come filamenti
di amianto a quelli del fascismo rosso pseudosovietico, la Lubianka in meno e le
mafie private e di governo in più, ma certo il loro tono paterno e amichevole
non deve trarre in inganno, soprattutto se fossero pure in buona fede. Ma è
davvero possibile?
Commento di Blasyo:
Essere capaci di dire "non so" è indice di intelligenza.
Sicuramente meglio ammettere di avere dei dubbi che essere convinti e
straconvinti di sapere tutto meglio degli altri.
Risposta di Sergio
Ghirardi a Blasyo:
Condivido a fondo la sensibilità socratica da te ammirevolmente
difesa contro la barbarie autoritaria, ma sapere di non sapere dovrebbe servire
a informarsi per cominciare a sapere qualcosa sul tema in questione. Ora,
persino io che non sono della Val di Susa e non sono un anarchico
insurrezionalista ho potuto comparare i vari discorsi, scoprendo che alle tesi
critiche dei NOTAV si oppongono solo dogmi demagogici e affermazioni non
discutibili, mentre non un solo punto concreto delle loro critiche è di fatto
confutato. Parlo dei numeri e dei fatti non dell'estetica democraticista e
della retorica progressista che coprono come una foglia di fico la mancanza di
argomentazioni.
L'emancipazione psicologica del territorio declamata innocentemente da
Cota, sembra una bufala che neppure i leghisti che bevono l'acqua del Po
possono inghiottire impunemente senza intossicarsi. Ma non so, magari mi
sbaglio, meglio rifletterci ancora un po' sopra, mentre già si fanno gli
espropri illegali dei terreni e si prepara la spartizione del bottino degli
appalti. Abbiamo un traforo? Sembra aver domandato goloso qualcuno intercettato
telefonicamente a sua insaputa nel comune di Torino. Magari poi il tunnel non
lo fanno nemmeno, ma i morti e i feriti, le sofferenze e i soprusi non contano
perché noi non ci saremo fusi le meningi per capire questo complicatissimo
coacervo di astrusa filosofia orfica per iniziati. O per farisei opportunisti
che si prendono in giro da soli?