lunedì 5 marzo 2012

Tav o no-Tav? Questo (non) è il problema




Sono torinese e ho passato molte vacanze, fin dall’infanzia, in val di Susa. Ricordo bene la valle stuprata quotidianamente da centinaia di Tir nelle viuzze dei suoi paesini, attraversati dalle due uniche strade statali che collegavano Torino alla Francia prima che fosse costruita la A32 Torino-Bardonecchia. Ricordo anche le proteste dei valligiani contro quest’autostrada, le sue gallerie e i suoi viadotti. E non sono un no-Tav.
Non che sia uno sfegatato a favore dell’opera, no. Semplicemente non lo so. Mi sembra di non avere gli elementi necessari per schierarmi: nessuno degli argomenti che ho letto e sentito finora mi pare far pesare la bilancia decisamente da una parte; anzi, mi pare che moltissimi degli argomenti siano proposti in maniera poco chiara, poco convincente, creando una nebbia confusa in cui l’unica maniera per schierarsi è quella dell’atto di fede, del partito preso.
Lodevole il forum del Fatto che cerca di mettere accanto illustri sostenitori e oppositori con i loro argomenti. Ancora più lodevole il tentativo, per ora solo abbozzato, di aprire il dibattito al lato francese. Dopotutto questa è un’opera che collega due Paesi e ho sempre trovato assurdo che si facesse una tale caciara da un lato delle Alpi senza alcun contatto con quello che succede dall’altra parte.
Non voglio farla lunga, anche perché so di essere in minoranza e da quello che ho letto (anche in queste pagine) la maggioranza no-Tav è decisamente agguerrita. Mi limiterò a un’osservazione: con tutto il rispetto per i valligiani della Valsusa che genuinamente temono l’impatto della Tav e con tutto il rispetto per chi in tutta Italia si è fatto paladino della loro causa, mi sembra che l’attenzione (mediatica e non solo) prestata a quest’opera sia sproporzionata.
Ammettiamo pure che i no-Tav abbiano ragione, e che sia un’opera inutile e costosa. Quale impatto avrebbe sul sistema Italia di questo possibile spreco rispetto ai suoi mali cronici come corruzione, clientelismo ed evasione fiscale? E come mai non spuntano come funghi comitati no-corruzione a bloccare autostrade manifestando per un Paese più civile, più pulito, più onesto – più normale?
Ben venga il dibattito sulla Tav, possibilmente approfondito e serio, come mi pare che il Fatto provi a fare. Ma non tolga visibilità ad altri problemi più gravi, più endemici, e mi pare indiscutibilmente prioritari.

Disclaimer: Come riportato nella bio, il contenuto di questo e degli altri articoli del mio blog è frutto di opinioni personali e non impegna in alcun modo la Commissione europea.


Commento di Sergio Ghirardi:

Mi stropiccio gli occhi. Quindi, con la stessa logica, l'impatto, anche se dannoso sull'ecosistema e sulla vita quotidiana degli abitanti, non è niente di fronte all'esplosione di una centrale atomica. Si può dunque sostenere il Tav alla faccia dei valsusini senza aver saputo capire se serve o no perché in Italia c'è la corruzione e fortunatamente anche peggio. Poi, magari sosteniamo pure il nucleare perché se no le centrali a carbone producono CO2 e noi siamo ecologisti a corrente alternata (è il caso di dirlo).
Chi ammette di non aver capito dovrebbe avere il buon senso di non prendere posizione dicendosi sopra le parti. C'è un limite alla presa in giro da parte dei farisei. Con una tale soglia di tolleranza perversa si accetta e soprattutto si fa accettare tutto ai poveri cittadini sovrani soltanto della loro comparsata pseudo democratica.
I burocrati del liberalismo assomigliano come filamenti di amianto a quelli del fascismo rosso pseudosovietico, la Lubianka in meno e le mafie private e di governo in più, ma certo il loro tono paterno e amichevole non deve trarre in inganno, soprattutto se fossero pure in buona fede. Ma è davvero possibile?

Commento di Blasyo:
Essere capaci di dire "non so" è indice di intelligenza. Sicuramente meglio ammettere di avere dei dubbi che essere convinti e straconvinti di sapere tutto meglio degli altri.
Risposta di Sergio Ghirardi a Blasyo:
 Condivido a fondo la sensibilità socratica da te ammirevolmente difesa contro la barbarie autoritaria, ma sapere di non sapere dovrebbe servire a informarsi per cominciare a sapere qualcosa sul tema in questione. Ora, persino io che non sono della Val di Susa e non sono un anarchico insurrezionalista ho potuto comparare i vari discorsi, scoprendo che alle tesi critiche dei NOTAV si oppongono solo dogmi demagogici e affermazioni non discutibili, mentre non un solo punto concreto delle loro critiche è di fatto confutato. Parlo dei numeri e dei fatti non dell'estetica democraticista e della retorica progressista che coprono come una foglia di fico la mancanza di argomentazioni.
L'emancipazione psicologica del territorio declamata innocentemente da Cota, sembra una bufala che neppure i leghisti che bevono l'acqua del Po possono inghiottire impunemente senza intossicarsi. Ma non so, magari mi sbaglio, meglio rifletterci ancora un po' sopra, mentre già si fanno gli espropri illegali dei terreni e si prepara la spartizione del bottino degli appalti. Abbiamo un traforo? Sembra aver domandato goloso qualcuno intercettato telefonicamente a sua insaputa nel comune di Torino. Magari poi il tunnel non lo fanno nemmeno, ma i morti e i feriti, le sofferenze e i soprusi non contano perché noi non ci saremo fusi le meningi per capire questo complicatissimo coacervo di astrusa filosofia orfica per iniziati. O per farisei opportunisti che si prendono in giro da soli?