giovedì 29 marzo 2012

Abbasso la democrazia: un Sistema da perdere, la vita da guadagnare




Credo che siamo alla verifica di quanto sia dannoso un sistema democratico in una società capitalista; l'atomizzazione degli individui, spogliati di qualsiasi coscienza di classe o di appartenenza culturale, regrediti alle differenze etniche, razziali, sessuali o religiose, impauriti come animali davanti a qualsiasi potere che non riescono a comprendere né tantomeno a fronteggiare, chiamati alle urne direttamente dal televisore, decidono per se stessi e per gli altri con la stessa banalizzazione che se dovessero scegliere il colore del divano.
Cullati nella beata ignoranza di qualsiasi minima regola economica o giuridica, si affidano al primo viso reso noto dallo schermo come ad un parente, giudicano e votano con la pancia e il portafogli, analfabeti che non reggono nemmeno un dialogo di un film, o la lettura di un testo che superi le venti righe.
Questa massa amorfa e incosciente è la zavorra che rischia di portarci tutti a fondo in nome del diritto di voto che pure loro pretendono, e noi forse scioccamente continuiamo a difendere, ben sapendo che il corrispondente dovere lo lasceranno a qualcun altro, uno degli ultimi arrivati, un diverso, un ribelle, magari solo uno meno "fortunato". 
Abilmente si spostano sul gradino meno vicino all'orlo del precipizio e semmai ci spingono qualcun altro in modo da non essere mai “il prossimo”.
Giudicano se stessi e i propri sodali, con un metro diversissimo da quello che usano per gli altri.
Allevano la prole con questa furbizia e tracotanza.
Quindi diciamocelo chiaramente, questa massa non è rivoluzionaria, anzi è nemica di qualsiasi cambiamento che sarebbe per costoro foriero di perdite di privilegi immeritati (pensioni o stipendi a sbafo, agevolazioni e uso di fondi e beni pubblici ottenuti con la frode).
E temo di non sbagliarmi se dico che saranno ancora capaci di portare in Parlamento il peggio che c'è, pur di non fare mai i conti con il proprio reale ruolo nella società che proprio sulla loro passività si è costruita e quindi mai li abbandonerà o li vorrà svegliare dal sonno profondo.
A mio avviso ci rimane solo una strada: non confidare più nelle istituzioni, controllarle e sputtanarle il più possibile da fuori e costruire alternative di sopravvivenza e solidarietà con persone libere e responsabili, scrivendo un nuovo patto in tal senso, uno+uno+uno+uno+++++, offrendo al sistema ogni sorta di non-collaborazione più ancora che di disobbedienza, diventando invisibili e sconosciuti allo stato e i suoi scagnozzi. 
Gandhi diceva: potranno avere il nostro cadavere ma non la nostra obbedienza
La vera guerra sarebbe lo sciopero totale delle imposte e quindi la scelta del lavoro totalmente in nero e senza padrone, nessun bene patrimoniale, mobile o immobile, nessuna carta di credito, nessun conto corrente, (un po’ come fanno i preti o gente come Formigoni intestando tutto alle fondazioni e i trusts) e imparando a costruire una solida felicità senza i soldi.
E facendo saltare il sistema dell’informazione non dandole più alcun peso, alcun ascolto, alcuna collaborazione.
Il mondo marcio che ci obbligano a sostenere deve finire e chi lo ama lo segua.
Finché dura questo sistema noi ormai abbiamo da perdere solo la vita e non sono e mai sarò disposta ad ammazzarmi per pagare le loro cartelle esattoriali.
Però abbiamo anche da guadagnare la libertà e non mi sembra così poco!